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Counseling Psicosomatico PNEI

Cos'è "HeArt - counseling psicosomatico per artisti"?

"Come l'acqua che scorre liberamente attraverso un fiume non ostacolato, così l'artista che integra le tensioni psicosomatiche libera il flusso della sua creatività. Nella reintegrazione delle tensioni, si apre un canale verso una maggiore espressione artistica, permettendo allo stato di flusso di diventare una dimora permanente per la sua arte."

Tommaso De Bacco

Il lavoro punta ad identificare i propri limiti psico-fisici e a liberare le proprie tensioni corporee ed emotive croniche

Queste tensioni, chiamate blocchi psicosomatici, limitano notevolmente la potenza e qualità espressiva, l'armonia e l'autenticità di qualsiasi individuo, ma attraverso specifiche pratiche corporee/psico-dinamiche esse possono essere identificate, e successivamente sciolte, anche autonomamente.

HeArt è un servizio di counseling psicosomatico con approccio PNEI (psiconeuroendocrinoimmunologia) dedicato ad artisti ed imprenditori.

 

Secondo numerose ricerche, é sempre più chiaro che la nostra società non mette al centro il benessere psicofisico umano: la repressione della nostra autenticità, della nostra energia vitale e delle emozioni sono ormai „normalizzate“ fin dalla nostra infanzia, ma portano le persone ad irrigidire la propria identità, la propria espressione e inibire la propria forza vitale.

 

Questa tipologia di approccio ha dietro uno studio molto folto e uno storico decennale di sperimenti che al momento sono riusciti a ad aggiudicarsi svariate pubblicazioni scientifiche IMRAD; è molto presente nelle realtà artistiche e psico-terapeutiche internazionali, ma ancora poco conosciuto in Europa.

Le basi del modello NeuroPsicosomatico 
La moderna psicoterapia psicosomatica, pur con approcci diversificati tra le differenti scuole, è fondata su un comune paradigma scientifico ed epistemologico dell'essere umano. 
1. A livello scientifico, si fonda su un consistente modello psico-somatico convalidato sia dalle ricerche cliniche internazionali
 che dai più recenti contributi delle neuroscienze, della psicofisiologia e, in particolare, della PNEI, la psico-neuro-endocrino-immunologia, che negli ultimi decenni ha definitivamente superato la dicotomia cartesiana tra mente e corpo e ha favorito una comprensione unitaria e sistemica dell'essere umano in cu tutti i principali sistemi - nervoso, cognitivo, endocrino e immunologico - sono inseparabili elementi funzionali di un'unica rete.
2. A livello epistemologico, l'approccio della psicoterapia corporea alla persona segue le linee del nuovo paradigma olistico, che considera l'individuo nella sua globalità, come un "sistema psicosomatico unitario" governato dalla coscienza di Sé, in cui mente, emozioni e corpo sono inscindibili dimensioni funzionali del sistema stesso. Come approfondiremo nei prossimi paragrafi, questo principio implica che in ogni forma morbosa o traumatica i fattori somatici rispecchino, in modi e forme differenti, i fattori psicologici ed emotivi e viceversa.

Le basi epistemologiche del paradigma olistico e l'OMS

Il nostro modello psicosomatico PNEI quindi, pur essendo molto legato agli aspetti scientifici, non è tuttavia riduzionistico, ma è orientato in senso olistico-sistemico. Il paradigma olistico rappresenta un'avanzata formulazione scientifico epistemologica basata sulle neuroscienze, sulla teoria dei sistemi e sulle teorie dell'evoluzione, che negli ultimi decenni si è sviluppata a livello internazionale grazie ad un vasto gruppo di filosofi della scienza e studiosi come Laszlo, Capra, Maturana, Varela, Bohm, Prigogine e Del Giudice. 
Il modello psicosomatico olistico che ne emerge offre una visione unitaria e globale dell'essere umano, inteso come sistema bio-psico-sociale complesso governato da un Sé, inteso come coscienza profonda e unitaria dell'individuo.

Da questa sintesi nasce una nuova visione della psicoterapia e del modello della salute umana conforme alle direttive internazionali dell'OMS, l'Organizzazione Mondiale della Salute, sancite nella Dichiarazione di Alma Ata (1978), nella Carta di Ottawa (1986) e soprattutto nel rapporto della "Commissione Salute" dell'Osservatorio Europeo su Sistemi e Politiche per la Salute (European Observatory on Health Systems and Policies 2010), in cui la salute è definita come "lo stato emotivo, mentale, fisico, sociale e spirituale di benessere, che consente alle persone di raggiungere e mantenere il loro potenziale personale nella società".

L'apporto delle neuroscienze e della PNEI alla psicosomatica

Le ricerche internazionali negli ultimi trent'anni hanno rivoluzionato la visione medica e psicologica contribuendo ad una comprensione profondamente unitaria e psicosomatica dell'essere umano, ed evidenziando l'intima relazione tra aspetti fisici, emotivi e psicologici. Candace Pert, la ricercatrice del NIMH scopritrice delle endorfine e dei neuropeptidi, sostiene che non è più possibile separare l'aspetto fisico dall'aspetto mentale, ma che "bisogna parlare di mente-corpo come di un'unica entità integrata".

Nella nostra visione psicosomatica la PNEI si inserisce come collegamento tra medicina e psicologia, con un modello mente-corpo che comprende la globalità dei processi fisiologici, emotivi, psicologici e comportamentali sociali intesi come un sistema organico e unitario.

Le neuroscienze attualmente rappresentano una delle più importanti aree scientifiche interdisciplinari che riuniscono psicologia, medicina, biologia evolutiva, genetica, informatica e filosofia della scienza. Le neuroscienze oggi studiano il sistema nervoso e la coscienza umana con strumenti e metodologie del tutto innovative, trasformando così la vecchia dicotomia mente-corpo in una comprensione psicosomatica unitaria che permette una concezione sempre più articolata della complessità dell'essere umano.

Partendo da Reich, consideriamo quindi i principali contributi successivi del modello mente-corpo come la psicofisiologia dello stress (asse ipotalamo-ipofisi-surrene) di Selye e Cannon, gli studi di Alexander e Dunbar sulle relazioni dei modelli psicodinamici sul sistema simpatico e parasimpatico, ma soprattutto le scoperte dei neuro peptidi e dei neurotrasmettitori della Pert, che permettono di sviluppare la PNEI, la psiconeuroendocrinoimmunologia, e di comprendere la profonda relazione che connette il sistema psichico, nervoso, endocrino e immunitario: il "network psicosomatico".

Il se' psicosomatico e la coscienza globale

Definiamo la coscienza di Sé, sperimentata in meditazione, come "esperienza di integrità psicosomatica", come stato di "coscienza globale", di "presenza cognitiva e somatica" in cui si percepisce l'unità del corpo, delle emozioni e della mente. Utilizziamo insistentemente l'aggettivo "globale" per sottolineare quanto l'esperienza della coscienza di Sé sia una percezione molto fisica, somatica, sensoriale. Quando le persone in stato di "coscienza globale" dichiarano di essere naturalmente "centrati" e radicati nel corpo senza bisogno di nessun controllo, dicono di "sentirsi sé stesse" senza alcuno sforzo o tensione, di percepire unità tra le percezioni corporee, le emozioni del cuore e i pensieri della mente. Sulla base delle conoscenze di neurofisiologia e delle nostre sperimentazioni, abbiamo avanzato l'ipotesi che la "coscienza globale di Sé" sia innanzitutto una manifestazione sistemica, ossia l'effetto della coerenza delle energie-informazioni dell'intero organismo vivente, e che, a livello neurofisiologico, aumentando la coerenza cerebrale, sincronizzi le aree del cervello, armonizzando e unificando le funzioni dei due emisferi e in particolare dei "tre cervelli" (rettile/istintivo, mammifero/emozionale e umano/mentale).

Per questo la coscienza di Sé sarebbe il più specifico strumento terapeutico capace di superare la "schizofisiologia" che il neurofisiologo Paul MacLean (MacLean, P. D., 1990; Don Keyes C., 1992,) aveva osservato tra i tre cervelli e generando la percezione di integrità psicosomatica, di unità fisica-emozionale-mentale che abbiamo raffigurato nell'immagine della coscienza globale come "sfera" in grado di unificare le percezioni dei tre cervelli e delle tre aree psicosomatiche (testa-torace-addome). (Immagine: Sfera-del-Sé.jpg). La nostra ipotesi è che le tecniche di meditazione, risvegliando la coscienza di Sé, come centro cognitivo del sistema, producano (attraverso l'aumento della coerenza eeg) un processo di riorganizzazione neuronale e di "centralizzazione" o "riunificazione neuro cognitiva", che rappresenta l'elemento centrale della crescita personale e dell'attività terapeutica complessiva. Ipotizziamo che questa funzione cognitiva delle informazioni sensoriali e motorie avvenga grazie alla funzione di sincronizzazione del talamo, il centro nervoso che riunifica le informazioni delle differenti aree cerebrali (Roy S.; Llinas R., 2007), (R.Llinas, 2008) (Fernández de Molina y Cañas A., 2000), e che sembra rispecchiare l'attività unificante e organizzatrice della coscienza. 
Usiamo il termine "risveglio" in quanto riteniamo che la "coscienza globale di Sé" sia lo stato naturale dell'essere, che abbiamo perso per via di una cultura materialista, innaturale e poco umana in cui siamo nati e vissuti, e che, ad un certo punto della nostra esistenza riscopriamo esistere.

Il Sé psicosomatico: la mappa PNEI e le neuropersonalità
Una delle più importanti realizzazioni scientifico terapeutiche del nostro Istituto è la realizzazione della Mappa Psicosomatica PNEI che permette di identificare la basi neuropsicologiche e ormonali dei caratteri umani che abbiamo chiamato "Neuropersonalità" (vedi: Mappa Psicosomatica PNEI e Neuro Personality Test).

Reich, nel 1933, scriveva che è necessaria "una teoria genetico-dinamica del carattere; ben fondata sulla conoscenza delle differenti strutture genetiche dei diversi tipi di carattere… e con una rigorosa differenziazione, sia dal lato contenutistico che da quello formale delle resistenze". Seguendo queste indicazioni la nostra scuola ha approfondito le basi teorico scientifiche relative alle differenti tipologie genetiche delle emozioni e dei comportamenti funzionali ad esse legate. Numerosi dati sperimentali negli ultimi decenni hanno evidenziato come alcuni ormoni e neurotrasmettitori, che Candace Pert ha chiamato "molecole delle emozioni", siano i mediatori psico-somatici delle personalità. Eisenck, Seaver e Davis, Esposito e Liguori e più recentemente Cloninger hanno sviluppato questo approccio medico, psicologico e psichiatrico, evidenziando le basi genetiche-epigenetiche che, modulando l'attività o lo squilibrio dei principali ormoni e neurotrasmettitori, generano i temperamenti e le personalità. 
Dalla sintesi di queste vaste ricerche sono stati identificati otto principali ormoni-neurotrasmettitori con un'evidente attività psicosomatica: serotonina, dopamina, testosterone, cortisolo, adrenalina, noradrenalina, ossitocina, endorfina. Ognuno di questi ormoni-neurotrasmettitori esprime uno specifico e particolare "sistema funzionale" di comportamenti, emozioni e modalità psicologiche che si possono definire schemi base di "neuropersonalità". Questo ci ha permesso di integrare lo studio del carattere con alcuni elementi delle neuropersonalità che in futuro potrebbero aprire la porta allo studio scientifico della personalità, senza tuttavia cadere in un possibile riduzionismo scientifico sempre in agguato nella lettura della complessità della psiche umana. 
I caratteri reichiani e loweniani vengono così integrati dalle neuropersonalità che hanno una più consistente base scientifica e che permettono una migliore flessibilità nell'interpretazione dei comportamenti e delle manifestazioni, patologiche e non, degli individui. Le neuropersonalità aprono la porta allo studio scientifico della personalità, auspicato da Reich, mantenendo un approccio flessibile e funzionale, senza etichettare gli individui in griglie rigide o eccessivamente semplicistiche. La valutazione delle neuropersonalità ci permette di identificare più velocemente lo specifico percorso terapeutico da seguire.

Si tratta di un processo di consapevolezza profonda che tiene conto di tutti gli aspetti di cui siamo costituiti e che connotano la nostra esperienza di vita: gli elementi fisici e istintivi, riconducibili alla parte più profonda del nostro cervello, quella rettile, gli aspetti emotivi, riconducibili al cervello limbico e, infine, gli aspetti cognitivi e mentali in senso lato riconducibili alla neo-corteccia.
La consapevolezza di questi elementi e del loro interagire riporta a un'unitarietà dell'essere umano che è stato postulato e studiato da più parti e che la moderna psicologia definisce Sé.

La Mappa Psicosomatica PNEI

Il Sé, come coscienza sistemica (area in giallo), si manifesta attraverso i meccanismi neuro-psichici, che rappresentano i processi cognitivi filogeneticamente più recenti (cervello umano, in blu), i processi emozionali-affettivi 
(cervello mammifero, in verde) e le funzioni istintive-fisiologiche (cervello rettile, in rosso), attraverso la modulazione epigenetica del patrimonio genetico cellulare (filogeneticamente più antico). Il Sé si manifesta nella vita attraverso specifici processi funzionali (comportamentali, emozionali e cognitivi) che essenzialmente sono mediati da specifici ormoni o neurotrasmettitori. Se questi processi funzionali istintivi, emozionali e mentali vengono mantenuti fluidi e naturali, il Sé resta stabilmente al "governo" del sistema, generando semplicità, spontaneità e funzionalità nella vita. Quando queste funzioni del Sé vengono inibite, condizionate, iperstimolata o alterata la persona (spesso bimbo o bimba) sente queste inibizioni come un'inibizione del sé e quindi, non potendo essere se stesso, trova una strategia di adeguamento famigliare o culturale, generando, nel tempo, degli io, delle personalità (da persona, la maschera che caratterizzava i commedianti) che nella mappa PNEI sono rappresentate dalla sfera intermedia delle identificazioni dell'io. Queste strutture rigide e quindi poco funzionali, possono ulteriormente aggravarsi e degenerare nelle patologie (area esterna della mappa) in cui la persona particolarmente "fuori di Sé" e i comportamenti sono altamente disfunzionali.

Il non riconoscimento del Sé e i blocchi psicosomatici collettivi

Se la coscienza di Sé rappresenta il principale elemento che genera e mantiene il senso di unità psicofisica, l'inibizione della coscienza di Sé è il trauma centrale che genera i tre Blocchi Psicosomatici Collettivi: la frammentazione psicosomatica tra corpo, cuore e mente. Descriviamoli in sequenza cronologica funzionale: 1) La chiusura del Sé del cuore e dell'amore: è il principale blocco psicosomatico in quanto il cuore in ogni cultura è associato al senso di identità e alla coscienza di Sé (ci si tocca il cuore per dire io). Il cuore si "chiude" o inibisce la sua azione per il forte dolore, la paura, la sfiucia, l'impossibilità di agire spontaneamente. La sua inibizione funzionale provoca mancanza di umanità e di senso della vita, e difficoltà di condividere sentimenti di amore e di empatia. 2) L'iperattività della mente: ciò che non può essere vissuto spontaneamente col cuore deve essere immediatamente controllato e razionalizzato dalla mente. L'io della mente (l'ego, la testa), staccata dal Sé e dal cuore, sostituisce il sé e controlla le emozioni e il corpo attraverso le informazioni-convinzioni del super-io (la banca delle memorie su come ci si deve comportare per essere accettati socialmente). 3) Il controllo e l'inibizione del corpo e del piacere di vivere: l'eccessivo controllo mentale e la chiusura affettiva-emozionale portano all'inibizione del "corpo" inteso come vitalità, spontaneità, istintività e libera sessualità. Maggiori informazioni su questi fondamentale tema si trovano nell'ultima edizione del mio libro "Psicosomatica Olistica", Mediterranee (2010).
La meditazione può aiutare ad invertire questo orientamento patologico ripristinando la centralità della coscienza di Sé e reintegrando la consapevolezza dello stato naturale e funzionale del sistema.

(Maggiori informazioni sui blocchi psicosomatici nel Capitolo successivo)

La psicologia del Sé, la terapia del risveglio e il percorso di crescita personale
La mappa psicosomatica PNEI pone al centro del sistema il Sé, intorno alle sei principali neuro-personalità dell'io, ossia le identità che si creano sulla base dei condizionamenti famigliari e sociali, mediate da specifiche funzioni neuroendocrine, mentre all'esterno strutturiamo l'evoluzione patologiche di questi assi di identificazione-condizionamento. 
Su questo schema abbiamo impostato l'intero lavoro clinico e umano, trasformando i vecchi schemi di terapia in processi di crescita personale, individuale e di gruppo che tendono a "risvegliare la coscienza". Partendo da queste ricerche abbiamo strutturato un corso di crescita personale dell'Accademia Olistica cui la guarigione è profondamente orientata al "risveglio della coscienza di sé" attraverso un processo di crescita personale.

Fonte: Villaggio Globale - IUP (Istituto Umanistico Psicosomatico) 26.10.2023 - https://www.neuropsicosomatica.com/pnei/istituto-di-neuropsicosomatica-chi-siamo/

mappa PNEI.jpeg

Blocco psicosomatico

Il concetto di blocco

​Definiamo il blocco psicosomatico come lo squilibrio o l'interruzione di un flusso di

energie-informazioni che deriva da una contrapposizione o conflitto tra forze fisiche, istintive, emozionali, psicologiche.

  • Quando il sistema di un individuo è in un equilibrio e in uno spazio di consapevolezza, le informazioni e le energie all'interno del sistema tendono a scorrere fluidamente, la persona prova spontaneamente piacere di esistere, i piani dell'individuo sono integrati e funzionali.

  • Ogni piano dell'individuo e ciascuna funzione o componente dell'essere umano (come di ciascun essere vivente), se naturalmente integrata, è spontaneamente legata alla spinta vitale e al piacere di esistere. Allo stesso modo quando blocchiamo funzioni vitali o energie essenziali dell'individuo stesso si genera disagio, malessere, frammentazione.

  • E importante sottolineare come i blocchi psicosomatici nascano come funzioni di protezione del Sé. Sono meccanismi che ci consentono di proteggerci da eventi che generano sofferenza, paura, dolore, disagio o che ci consentono di perseguire qualcosa di piacevole.

  • Gli stimoli che attivano la protezione del Sé possono essere legati a differenti temi: Il blocco psicosomatico si manifesterà sui diversi piani della persona (corporeo, emozionale e cognitivo). Esso è uno squilibrio per inibizione o iperattivazione delle funzioni di uno o più elementi del sistema-organismo, derivante da una contrapposizione o conflitto tra forze fisiche-istintive ed emozionali-psicologiche.

  • Già Reich comprese come il blocco di un' energia essenziale generi un conflitto duale delle forze interne, ossia un conflitto interiore. Fu lui che per primo comprese che le emozioni represse restano bloccate nella muscolatura del corpo, le tensioni croniche determinano la struttura fisica dell' individuo e sono espressione della sua struttura caratteriale. Nell'infanzia e nell'adolescenza principalmente, formiamo delle tensioni croniche che corrispondono a una struttura caratteriale. Egli apri alla grande scoperta che nel corpo è scritta tutta la storia della nostra vita.

  • ll benessere dell'individuo si realizza riarmonizzando e integrando le sue diverse parti o funzioni, sciogliendo i blocchi psicosomatici. La persona rigenera l'integrazione unitaria e cosciente di tutte le sue componenti modulando quelle esuberanti o ipotrofiche.

"Il counseling in psicosomatica olistica PNEI" - A cura di Silvia Ghiroldi

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